NÓMADA

Hasta ayer mismo yo me tenía más bien por una persona sedentaria, a la que le gusta mucho estar en casa, leer, escuchar música, ver películas tumbada en el sofá, charlar durante horas con los amigos, escribir relatos cortos, estudiar historia y lenguas extranjeras, pasear, ir al teatro y a exposiciones de pintura, pensar…
Una a la que no le gustan los espectáculos de masas, que no soporta la playa en verano ni la mayoría de los festejos populares, porque le agobian las multitudes y los ruidos estridentes.
Hasta ayer mismo no me había dado cuenta.
He vivido (más de un año) en dieciséis casas distintas de siete lugares diferentes.
He vivido (menos de un año) en once lugares distintos de seis países diferentes.
He trabajado en siete destinos distintos de seis lugares diferentes.
He viajado al extranjero cuarenta y cinco veces. He visitado veinticinco países diferentes y de ellos siete en más de una ocasión.
Así que llego a la conclusión de que estoy resultando una persona con una clara vocación de nomadismo de la que no había sido nunca demasiado consciente.
Una de las ventajas de cumplir años es que una cada vez se sorprende más a sí mismo.

COSE CHE MI PIACCIONO

Una delle cose che, per tutta la mia vita, mi è piaciuta è il cinema. Infatti si può dire che sono una cinefila da quando ero ancora in fasce. Piangevo continuamente tranne quando ero al cinema dove dormivo come un angelo.
I miei genitori adoravano il cinema. Ci andavano tre volte alla settimana, cioè vedevano settimanalmente sei film più i documentari e i cartoni animati che li accompagnavano.
Da piccola il cinema faceva parte della nostra vita. Anche a scuola se ne iparlava e nei nostri giochi continuavamo i film che ci erano piaciuti di più (a “Buffalo Bill” ci avevamo giocato per più di un mese).
Gli anni di collegio furono tristi anni senza cinema (soltanto ci potevo andare durante le vacanze di Natale ed estive) e non fu fino a quando arrivai a Barcellona, per frequentare l’università, che diventai una assidua cliente della filmoteca, i cineforum e i cinema d’essai.
Con l’arrivo del videoregistratore potei, alla fine, vedere tutti i film che mi si erano scappati durante gli anni di collegio e anche rivedere quelli che mi erano tanto piaciuti da bambina.
Adesso mi da noia andare al cinema: ci trovo le sale troppo piccole, l’audio troppo alto, la temperatura dell’ambiente eccessiva, la gente (mangia, sorseggia, parla, arriva in ritardo) spiacevole… infine temo di stare per diventare la solita vecchietta brontolona.
O forse no. La verità è che grazie ai dvd posso godermi del cinema in modo veramente comodo e trovarmi a proprio agio: ne sono felicissima!

SOGNI

C’erano una volta due vite, ma tutte e due esistevano solo nei miei sogni, erano solo fantasie.
C’era la vita possibile: finire la scuola, diventare sarta, sposarmi, avere dei figli, fare la casalinga ed essere felice per sempre. Potevo condividere questa vita futura con le mie amiche, con i miei genitori… tutti sarebbero stati d’accordo con me. E fin cui tutto a posto.
L’altra era la vita impossibile: trovare un lavoro, gestire una vita indipendente, viaggiare in tutto il mondo, conoscere gente diversa… Di questa vita non si poteva nemmeno parlare ma, quando giocavo da sola con le mie bambole, era questa la vita che inventavo per loro (guidare la macchina, girare il mondo, vivere avventure come quelle che ogni sera ascoltavo alla radio).
Sebbene le due vite mi facessero paura pensavo sempre che la prima vita fosse una noia e la seconda un sogno.
Sognare mi è sempre piaciuto e, a volte, alcuni sogni diventano realta. Altri no: non ho mai imparato a guidare una macchina…

IL COMPLEANNO DI PAPA

I figli avevano preparato il compleanno del padre con molta voglia: 90 anni non è cosa che succede spesso!
Avevano scritto un libro ricapitolando tutto quello di bello (e nascondendo tutto quello di triste) che era succeso nella vita del padre. Avevano cercato su Internet le cose che potevano fargli piacere: i film di Harold lloyd, immagini del secolo scorso, libri del Barça…Avevano raccolto le migliore fotografie della storia familiare: giocatore di calcio, cacciatore, giovane sposo… Avevano organizato in segreto una festa a sorpresa e preparato dei dolci per gli amici che gli avrebbero fatto gli auguri e una bella torta al cioccolato con delle candeline…
E fu un grande successo! Tutto gli piacque: i libri, i dvd, i romanzi del Far West (quelli che gli piacciono di più), la festa, la torta, ritrovare sua sorella e suo cognato (che è stato sempre il suo migliore amico), le nipoti tanto amate, gli amici…
Ma ora, una settimana dopo, quello che rimane al primo posto nella sua memmoria e che lo rende felice è il mega-poster che gli fecero le nipotine ed i loro fidanzati. Ne parla tutt’ora ed a tutti con una felicità che, di sicuro, sarà per sempre una delle belle memorie della nostra vita

RECUERDOS DE INFANCIA 1

Creíamos que no se debía entrar en el viejo cementerio porque allí vivía un león, ni en las ruinas de la bodega porque era donde vivía un cocodrilo, así que… nunca entrábamos.
Nunca entrábamos pero íbamos allí a menudo, intentando ver aquellos animales escondidos.
El trabajo de ama de casa era entonces muy cansado y agobiante. Costaba tanto tiempo lavar la ropa en el río, encender la lumbre y transportar el agua desde los pozos, que no siempre se podía tener controlados a los niños, que podíamos jugar solos durante horas. Nuestras madres temían que pudiéramos caer en algún agujero o que cualquier viejo muro pudiese herirnos. Un león y un cocodrilo parecían seres suficientemente feroces para mantenernos alejados de los lugares más peligrosos.
En los alrededores había todavía muchas casas en ruinas. Para los adultos eran el triste recuerdo de la tragedia no tan lejana y de la gente que ya no estaba (muerta o exiliada), o que era ahora demasiado pobre para poder reconstruirse la casa. Pero para nosotros, niños sin ninguna memoria de la guerra civil, las ruinas eran lugares fascinantes donde jugar porque podían simular ser castillos, grutas, islas, selvas…
Pero las ruinas del león y del cocodrilo las respetamos siempre. Aquellos animales feroces aunque tranquilos, que no salían nunca de su casa, formaban también parte de nuestro universo mágico.
Y a veces, cuando por el mal tiempo no podía salir a jugar a la calle, pensaba: “pobrecillos, tendrán frío…”

UNA HIERBA EN LA MACETA

En la maceta del cactus apareció el mes pasado una nueva planta. No es algo extraño estando como estamos rodeados de jardines, así que miré la nueva planta con una distraída curiosidad. Pasaron los días y la planta crecía mucho, no se parecía a ninguna de las otras ni del patio ni del jardín, pero me resultaba familiar. Finalmente me di cuenta de que ¡era una hierba!
Y este descubrimiento me emocionó porque de pronto recordé lo mucho que yo había jugado en mi infancia con hierbas como aquella que, en un tiempo infantil con pocos juguetes, lo mismo era una verdura para vender o cocinar, que una flor que adornaba la cabaña o el castillo, que un collar, un brazalete o una corona con la que disfrazarnos de princesas.
Cogí la cámara e hice unas fotos a las hierbas que crecen al lado del camino. La hierba de la maceta se va a quedar ahí, recordándome mi infancia, hasta que el invierno se la lleve y ella u otra cualquiera aparezca de nuevo el año que viene.

DAL SOGNO ALLA REALTÀ

– E a Lei prof., che lavoro Le piaceva di più quando era bambina?
– Trapezista

(Risate) E dal fondo della classe (anche detto a voce bassa) mi arriva chiaramente:

– Poverina, e guardala ora!

Quando la famiglia Martini attuava la gente del mio paese faceva un gran cerchio nella piazza: molti erano in piedi, d’altri si erano portati le sedie da casa (io una piccola poltrona che ancora adesso conserva mio padre) ma tutti aspettavamo emozionati lo spettacolo che, per altro, avevamo già visto l’anno precedente.
La mamma cantava, il padre suonava diversi strumenti e i figli erano equilibristi sulla corda tesa e sul trapezio. Io ammiravo molto la bambina, più o meno de la mia età, e invidiavo la sua vita che immaginavo piena d’avventure e di applausi del pubblico

Sorrido anch’io.
Non sapevo allora –come non lo sa il mio allievo spiritoso- quanto rischioso, avventuroso, creativo e appassionante è stato il mestiere della mia vita reale: fare la prof.!

UN BEL RAPPORTO 2

Firenze, maggio 2010. Sono contenta perché capisco tutto. Beh, in realtà capisco solo le parole perché non so bene che cosa mi stanno raccontando questi due attori.
Carmen concentrati: il pozzo del patio fa finta di essere il bar di una stazione ferroviera dove un uomo che ha perso il treno sta chiacchierando con uno sconosciuto. La conversazione sembra banale ma sono sicura che non lo è. Perché i personaggi sono truccati e vestiti come pagliacci? Cosa significa l’altalena sul pozzo? Devo concentrarme di più ma… è bello…
Sì, la notte fiorentina era serena e bellissima, con l’ombra del dondolare dell’altalena riflessa sul muro del palazzo del Bargello e, come dice E. M. Foster:

“Then the pernicious charm of Italy worked on her, and, instead of acquiring information, she began to be happy”… (“A Room With a View”)

E allora, tutto d’un colpo, ho capito tutta la tristezza, la sagezza e la poesia de “L’uomo dal fiore in bocca”.
Il teatro de Pirandello una volta in più (e questa alla fine in italiano!) aveva fatto la sua magia e mi aveva commosso.

JULIÁN MARÍAS 2

He encontrado, dentro de un libro de Julián Marías, unas notas que tomé en 1999 en la Universidad Menéndez Pelayo de Santander. Las notas siguen, como entonces, enseñandome a ser mejor persona.

– Sin una cierta dosis de valor no es posible una vida decente.
– La vida es seria, aunque las actitudes y las manifestaciones no lo sean.
– Desconfiar de la erudición y de la estadística.
– Las cosas negativas cunden mucho, pero las positivas son más.
– El irracionalismo es impracticable aunque el racionalismo sea insuficiente.
– El que reconoce al maestro es el discípulo.
– Estamos en una época en que sólo se habla de cosas.
– Hoy sólo las agencias de viajes dicen que el mundo es maravilloso. El negativismo es un muy mal síntoma.
– El éxito inmerecido es funesto para el que lo recibe; el éxito merecido es peligroso.
– El que no aprende no es inteligente.
– Se puede ser listo sin ser bueno pero no inteligente, porque para ser inteligente hay que abrirse a la realidad.
– El valor sereno no acaba quizá con el terrorismo, pero sí con el terror.
– Quien tiene algo que decir no debe perder el tiempo en polemizar.

UN BEL RAPPORTO 1

La mia relazione con la lingua italiana comincia quando ero una bambina in un paese dove si ascoltava molto la radio e le canzoni italiane erano popolarissime. Le mie zie adoravano Domenico Modugno ma io preferivo Gianni Morandi (così bello quando cantava “fatti mandare dalla mamma a prendere il latte…”).
L’italiano mi è sempre piaciuto perché la sua musicalità mi fa sentire bene. Di solito dicevo: “Quando andrò in pensione studierò l’italiano” ma era solo uno scherzo e infatti andare in pensione sembrava allora tanto lontano…
Qualche anno fa, quando mi sono trasferita in un nuovo appartamento, ho scoperto che potevo vedere la Rai. Mi sono tanto appassionata al Commisario Montalbano che ho voluto leggere i romanzi. Ma Montalbano tradotto in spagnolo non mi piaceva e l’ho cercato in italiano (veramente per me il migliore Montalbano sarà sempre quello della tv in italiano).
Leggere in italiano è diventata un’abitudine meravigliosa. Prima leggevo solo libri che già conoscevo ma dopo ho letto libri sconosciuti molto affascinanti. La lettura mi ha fatto interesare alla grammatica (che non è quello che mi piace di più) e il desidero di scrivere e di parlare mi ha portata all’Istituto Italiano di Cultura… per fare realtà un’antico scherzo.