Finita la terza media, credevo che la mia fosse una classe indimenticabile, dato che:
A Rosa piacevano i romanzi gialli; Chiara e Bianca, siccome erano gotiche, indossavano abiti neri; Franca, una bugiarda compulsiva, diceva in ogni momento il contrario di quello che stava pensando; Livia aveva le guance rosee; Benedetta era una vipera: metteva sempre zizzania tra noi, finché Rocco, Pietro, Ruggero e Leone, i più sensibili, mettevano pace; Silvio e Silvana non potevano andare al campeggio perché erano allergici al polline; Domenico era il più attivo e non si riposava mai; tutti noi, anche il nano Marcantonio detto “il microbo”, dovevamo proteggere Salvatore, che era sempre in un mare di guai; il fiore favorito di Margherita era la mimosa e quello di Gigliola il papavero; Viola suonava il pianoforte; Bruno era biondo; a Luciano piaceva il buio; Massimo era il meno inteligente e Serafina ed Angelo i più cattivi; Vittoria arrivava all’ultimo posto in tutte le gare; Assunta aveva paura di viaggiare in aereo.
Si capisce perché, dopo il primo mese con noi, Giovanna, la nostra vecchia professoressa, avesse decisso di andarsene in pensione.