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saltuaria lingua naturale cede
ai balsami d’una lingua più greve
tira un filo d’abisso tra le pieghe
il suolo più non le appartiene e segue
le sagome di Proteo che già osserva
per sdrucciolosi schermi vacillare
Hermes fraterni invece fa gli impulsi
nodi stellari tra idiomi diversi
se in causa è l’assonanza delle prede
fieri cavalli in pista e vermi in rete
bracca centauri e di cent’aure gode
salva in memoria la superna lode
per narcisi che affiorano dal Lete
a drogare papille nella mente
alghe minate o innocenti acque quiete